Tanta, tantissima roba. Pure troppa a volte
Per iniziare questa nostra recensione andrebbe fatta un'avvertenza, come quando si vede un film o una serie tv particolarmente ricca di violenza o scene di sesso o di violenza: "Questo non è, affatto, un disco minimale". Quest'avvertenza è d'obbligo per un'artista come SABIA che si presenta, nella sua stessa descrizione, in tali termini: "SABIA è il flusso d’incoscienza che si annida intorno alle valvole di amplificatori d’instabilità, sui tasti più dolenti che la società non smette di provare a sbiancare, arrampicandosi su scale sconosciute a chi non ha mai avuto il coraggio di spingersi oltre la porta del proprio Cerbero personale, danzando con passo di tango sulla testa addormentata di Bacco e delle sue ancelle". Ora che avete capito l'orizzonte culturale possiamo pure analizzare "ANTIHYPE SUPERSTAR".
Il disco è una sorta di turbo-funky condensato in otto brani contraddistinti da testi molto verbosi e ricchi di personalità che, però, è bene dirlo, rischiando di appesantire l'impalcatura generale. Già perché poche volte come a questo giro, abbiamo tanto scissi la parte musicale da quella testuale: la prima ci ha fatto alzare dalla sedie di redazione e danzare di gusto, la seconda fatto risiedere. I testi infatti, seppur dimostrano una buona verve, sono, almeno a nostro giudizio, troppo "pesanti" per arrangiamenti tanto frizzanti e "morodiani". Al prossimo giro maggiore asciuttezza: in fondo la pasta al dente è molto meglio di quella "collosa" che si mangia in certi ristoranti no?
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La recensione ANTIHYPE SUPERSTAR di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-10-02 00:00:00
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