Il secondo capitolo della discografia dei Varanasy.
Il secondo disco dei Varanasy ha come titolo un'azione apparentemente piccola, ma che spesso può essere un'impresa. Si chiama Alzarsi da Terra, e arriva dopo cinque lunghi anni da debutto. La band di Vercelli ha abbandonato le invenzioni distopiche per delineare il concept della propria musica. I tre hanno capito che ad essere distopica è in primis la realtà attuale. Inutile andare a cercare racconti improbabili; meglio narrare quello che c'è.
L'impianto musicale si muove nello spettro che va dal grunge all'hard rock. Sonorità classiche e "di genere". Nulla di atipico o di sconvolgente dal punto di vista stilistico. Non sempre i tre strumenti si incastrano con totale fluidità, dando vita a un sound in parte farraginoso, in parte di grande potenza. Per assurdo però le tracce che funzionano di più sono quelle in cui la band si alleggerisce, modera l'uso dei distorsori, e si apre con ballate molto più pop, che ricordano gli ultimi Litfiba, o i Timoria.
Ma se va cercata la forza di questo disco, bisogna andare a scovarla nell'intento comunicativo che si portano appresso i testi. Il cantante Claudio Battistolo ha provato a raccontare diverse storie di migranti, conosciuti durante un'esperienza fatta in un campo rifugiati. Un tentativo coraggioso, di dare parola a chi pare essere stato dimenticato del tutto, soprattutto in questa nazione priva di memoria. Storie di chi per terra c'è stato per troppo tempo, e ora vorrebbe alzarsi, e gridare.
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La recensione Alzarsi Da Terra di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-12-11 00:00:00
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