Un disco che racchiude 35 anni di carriera attorno le sei corde: bella esperienza d'ascolto, eterogenea ma al tempo stesso univoca.
Dopo trentacinque anni di onorata carriera, è più facile comunicare attraverso le sei corde che in qualsivogli altro modo. Tempo Perso si mette in gioco, ed a coronare un'onorata carriera artistica da chitarrista arriva il suo long play intitolato “Per fortuna siamo i buoni”, autoproduzione di artigianato musicale in versione demo, come esplicitato proprio dall'artista.
La realtà parla di nove tracce dal sapore eterogeneo attorno a suoni crossover tra il punk, il rock ed il metal. Album cantato in italiano, ma che nel suo essere grezzo (più nell'accezione inglese di raw, diretto, che nel corrispondente termine italiano) nasconde un nucleo pulsante fatto di competenza e profonda conoscenza del perimetri artistici trattati. Come solo chi è un lupo di mare navigato, nel disco “Per fortuna siamo i buoni” c'è la capacità di spingere sull'accelleratore, di rallentare con la stessa perizia, giocare con effetti e lasciare le sei corde in clean. Il tutto coincide con un percorso organico ed al tempo stesso univoco, che non si allontana mai dalla strada maestra.
Dalle mie parti c'è un modo di dire: “a costruire, smontare e ricostruire non si perde mai tempo”, mi sento di dire che anche questo Tempo Perso è in realtà prezioso e ci regala una bella esperienza d'ascolto.
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La recensione Per fortuna siamo i buoni di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-10-05 02:19:04
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