Sapete, avevo una voglia matta di staccare dal solito punk-metal-rock-repeat che di norma mi tocca su queste pagine, e questo disco, scelto per capriccio, per il look che prometteva elettronica o quantomeno sperimentazione, non ha tradito le speranze che vi riponevo. Anzi!
Vincenzo Vasi, polistrumentista che nel passato ha suonato con nomi di spicco come Ikue Mori, John Zorn, Gak Sato o Otomo Yoshihide (e chi li conosce già capirà l’aere rarefatto ed elettrico in cui ci stiamo muovendo), si è avvalso nella realizzazione del suo ultimo album della collaborazione di ben 18 ospiti, operando poi di taglia e cuci sulle loro performance per amalgamare il tutto in maniera organica. Il risultante “Qy lunch” può essere descritto come il buon gusto che manca a tanti, troppi dischi di elettronica di casa Tzadik, o anche come ciò che latita sui siti delle tante netlabel di elettronica d’avanguardia. Su basi e loop piacevoli e rilassati si arrampicano come formiche rumori, ronzii e blep vari, mentre intorno sax, sitar, theremin, voci e quant’altro si cullano come cialtroni perditempo che, sdraiati su qualche masso, si divertono a dialogare sospesi tra il sonno e la veglia.
Il disco è un piacere da sentire, ascoltare, esplorare. Ha quel qualcosa di armonioso ed indefinibile che distingue il ciarpame ambient-minimale-rumorista dalle opere riuscite, la noia dal bello. Cercatelo.
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