Provate ad ascoltare la prima traccia di questo lavoro, "Sailing on the PVC Rework" ma fatelo, per favore, con un (buon) paio di cuffie. Questa avvertenza, magari un pochetto noiosa ma, fidatevi, non pellegrina è motivata dal fatto che il disco del musicista/produttore Deckard è davvero quel che si potrebbe definire una prova di bravura nell'arte della registrazione. Già perché "Some Great Reworks" è un lavoro che esprime e mostra un'elettronica denso e profonda, con una particolare attenzione per la cura del suono, anche nei suoi dettagli più minimi.
Ecco perché questo è un album da ascoltare, per forza di cose, con un paio di cuffie perché, solo così, si riescono a distinguere e apprezzare pienamente le numerose trovate gustose di Deckard. Anche se, forse, l'ultima traccia non è a livello delle altre, questo disco è di ottima fattura, l'avete ormai capito, e permette di ascoltare un'elettronica, che talvolta pare quasi sfociare in una sorta di new-wave post-rock super accattivante, davvero agglutinante per le orecchie e i cuori degli ascoltatori. Qui i giri si abbassano quel tantino per rimanere avviluppati in spire di orchestrazioni raffinate che Deckard, coadiuvato dal feat. di Fabio Properzi, riesce ora a tendere ora a sganciare con grande attenzione e cura.
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