Un nuovo album per i Caniggiah che esplorano sonorità sempre più intriganti tra lo-fi e garage.
Li conosciamo già i Caniggiah e i loro album lo-fi che nascono tra le pareti di una cameretta e che parlano la lingua dell’artigianato audio, senza nascondersi dietro all’effettistica pomposa o a scontate levigature di synth. Eccoli di nuovo con sonorità grezze che si schiudono quando è il momento, mettendo in mostra l’anima al servizio di soluzioni strumentali di impatto. Testi poco intriganti, scrittura a volte non solidissima poiché votata più all’atmosfera che ai contenuti, rappresentano gli unici elementi traballanti all’interno di un disco fascinoso nella personalità. “A Luna” nasce tra la quarantena e il periodo post lockdown ed è un album tutto sommato allegro che filtra una luce rinfrescante.
Apre la sequenza delle tracce “Gentile”, un rock elettronico stile Camerini, semplice e asciutto nella struttura, quanto ben studiato negli arrangiamenti. Segue “El sol in tel mar”, grezzo e senza eccessi, dalle aperture melodiche di grande respiro proprio come il mare calmo, illuminato dal sole. È cantato in dialetto e le parole, appena sussurrate, accompagnano delicatamente lo sciabordio delle onde senza che si riesca ad afferrarne il significato. In “Sei così bella” ci cattura lo stile all’insegna del ritmo e di un’energia che sorregge ma non esplode, “Sabbia” è un abile pezzo pop a due voci che smuove allegria, intrigante lo strumentale di “Cb 400 four super sport” e “Buonanotte Stea”. E così si giunge alla speziata “Parè” che fa da ponte arcobaleno tra il flusso vitale del pezzo e l’epilogo delicato e soft di “Tede” e “Cambierà tut”.
Bene. Il quadro generale mostra una struttura sonora di atletico dinamismo ed esplorazione continua. A questo punto lavorerei di più sul songwriting per arrivare alla sensazione di un totale appagamento nel rilascio finale.
---
La recensione A Luna di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-10-27 11:40:47
COMMENTI