Pierpaolo Mingolla, alias Cedro, si presenta al pubblico con il suo primo progetto solista inaugurato da questo intimo EP, “Fiorire, sfiorire”, che, evocando il ciclo dei fiori e della natura sin dal titolo, dichiara subito di nascere, crescere e muoversi animatamente intorno alle stagioni e ai loro molteplici climi (compresa una “quinta stagione” delineata quest’anno dal lockdown cui ci ha costretti il COVID19), concentrandosi soprattutto sul “forte legame tra l’animo umano e l’universo naturalistico”, come dichiara il polistrumentista pugliese nella presentazione del disco.
Pizzicando corde cantautorali con tocco leggero e sensuale e guardando all’amore, anche quello carnale, con gli occhi della poesia, Cedro dà alla luce un disco caldo e profondo, che risente dei colori, degli odori e dei sapori della sua terra, attraverso i quali racconta storie personali ma dai dettagli universali. Sicuramente fondamentale per la genesi delle sue composizioni è la sua attività con I Maltesi, una delle più note e talentuose band dedicate alla musica di Fabrizio De Andrè, perché l’ombra del Faber aleggia e si mostra apertamente in tutti e cinque questi brani, tenuta comunque a bada dalla personalità del nostro, che si fa notare soprattutto nel grande affiatamento tra la sua voce e la fisarmonica, che durante tutto l’EP supporta calorosamente l’artista trasportandoci nel cuore del folklore e dei suoni del sud.
Attraverso una parabola che si sviluppa dalle atmosfere drammatiche e cineree di “Ragazza di mare”, il brano con cui ci accoglie il breve lavoro, fino ad arrivare alla più briosa e vispa “Cedrata”, con cui l’EP si chiude, Cedro dimostra le diverse sfumature del suo talento e suggella un lavoro appassionato che riesce a ritagliarsi un piccolo ma dignitoso spazio nell’odierno cantautorato italiano.
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