Quando ho saputo di questo disco ho deciso subito che avrei dovuto ascoltarlo, a scatola chiusa, senza esitazione alcuna. Perchè un gruppo che si fa chiamare Longobardeath e che propone un album metal in dialetto milanese, allineando tra l’altro tanto di cover dei Motorhead ("L'ass De Picch"), dei Kreator ("Piase' De Mazaa") e dei W.A.S.P. ("A Voeri Vess Un Quai Vun"), non poteva passare sotto silenzio, non poteva essere nascosto e negato alle folle osannanti.
Ed ecco allora che il reprobo disco si presenta, fregiandosi dell’asso di picche versione meneghina in copertina e delle foto di più mondane assi adibite a desco per frugali pasti sotto il sole (con tanto di rete forata arancione da cantiere a far da sfondo, perché anche l’occhio vuole la sua parte). E se ciò non bastasse a presentarsi, già dall'apertura affidata ad un programmatico va da’ via el cul ci si mette sulla strada giusta. A seguire sbronze paesane, partite a briscola, domeniche a fare headbanging, tutto ironicamente affidato ad un metal dialettale bello carico che oscilla tra l'heavy ed il black a seconda della bisogna. Risate assicurate, altro che viking metal!
Il disco comprende il primo demo, tre nuove canzoni ed un po' di brani live (con tanto di video del concerto e minacce di scudisciate alla band), praticamente tutto ciò che ad oggi il gruppo ha sfornato. Sincero, divertito, divertente, questa sera birreria, amici metallari ed in macchina i Longobardeath in rotazione.
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La recensione Ki L'È Dür di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-01-18 00:00:00
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