La prima cosa che noto di questo gruppo è la stranezza della formazione: sono in tre, ma suonano con due bassi e si fanno supportare da un quarto membro con chitarra e banjo. A questi si aggiungono strumenti come il clarinetto ed effetti, percussioni e tastiere varie che proiettano idealmente il complesso a metà degli anni ’70. Parliamo di generi: jazz-rock, psichedelia, progressive… Parliamo di gruppi: Pink Floyd, Area, Soft Machine…
La musica è completamente strumentale e il fatto non giova certo ai primi due brani che, nell’insieme, compongono la lunga suite di 15 minuti che dà il titolo al disco. Si tratta di un brano abbastanza pretenzioso che suona un po’ come lo stereotipo del prog. Più interessante è la seconda parte del disco, che mostra una scelta di suoni più varia, una certa variazione di stili in direzione etnica e un maggiore understatement. In evidenza soprattutto “Punto Interrogativo” con un banjo e “Zaratustra Reprise” con le sue sonorità metalliche.
Nel complesso si tratta di un cd altalenante consigliato soprattutto ai fan del genere.
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La recensione Ancora Saigon di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-03-10 00:00:00
COMMENTI (2)
Nice site!
Prog? Sicuro di aver messo il disco giusto?