Dopo "whatta lotta botta" e "whatta rocka songa" , gli snika presentano "disco cow boy", titoli che danno esempio di insofferenza verso normalità, banalità e già sentito, e cosi' i tre ragazzi di Bologna aprono il loro ultimo lavoro con una registrazione di una di quelle cassettine che arrivano a casa promettendoti lauti guadagni in poche ore e concludono con un "discorso" di De sica (figlio, naturalmente) in un film di serie "c". Ironici e grotteschi gli snika costruiscono un suono moderno e non modaiolo, miscelando un minimalismo elettronico con riff che spaziano dal rock al punk al pop, in alcuni casi destrutturano il concetto di canzone, ne e' un esempio la bellissima "sensible lies" dove un ritornello (forse) lento e trascinato si contrappone ad una strofa (forse) secca e monocorde . La voce e' filtrata e si impasta bene con il suonato, e crea, come dicono loro una attitudine cosmica, facendo cadere l'ascoltatore in un vortice di astrazione e distaccamento dalla realtà(evidentemente l'alieno in copertina, fotocopiata male, ha dato delle dritte al trio bolognese), concettualmente vivono in un loro mondo privato fatto di bassa fedeltà, l'attitudine congeniale per essere poco influenzabili dalle melodie italiane . Il loro approccio e' semplice e diretto tranne per la presenza di alcuni assoli stereotipati e poco coraggiosi (tecnicamente ben eseguiti). Purtroppo il demo degli snika cala di intensità negli ultimi pezzi (8, un po' troppi), soprattutto con Deny Love., una ballata lenta e monotona , potrebbero concentrare il prossimo "whatta" su un numero inferiore di pezzi, curando di più il look dell'approccio, ma so che non verrò minimamente ascoltato.
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La recensione Disco Cow Boy di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-09-11 00:00:00
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