Forever è un disco meraviglioso, inutile girarci intorno: gli echi di Franco Battiato e del Fabrizio De André di Anime Salve si mischiano a tutte quelle esperienze sporche, dannate e bastarde che solo chi viene metaforicamente dalla provocazione british in stile Jarvis Cocker accoppiata alla rude pr
Il disco perfetto per il 2020. Solo oggi è la terza volta di fila che ascolto Forever, il primo album senza i Baustelle per Francesco Bianconi, e ogni volta che riparte da capo, quando torna la frase “E non lo dire mai a nessuno che Francesco cerca il bene”, tornano i brividi. È il brano che apre questo album di 10 pezzi, prodotti da Amedeo Pace dei Blonde Redhead, totalmente a suo agio tra l’ensamble d’archi Balanescu Quartet, il pianista Michele Fedrigotti (già collaboratore di Battiato e scelto per le sonorità classiche) e il pianista Thomas Bartlett (il suo tocco negli album di Sufjan Stevens, St. Vincent, Antony and the Johnsons). Forever è un disco meraviglioso, inutile girarci intorno: gli echi di Franco Battiato e del Fabrizio De André di Anime Salve si mischiano a tutte quelle esperienze sporche, dannate e bastarde che solo chi viene metaforicamente dalla provocazione british in stile Jarvis Cocker accoppiata alla rude provincia toscana riesce ad avere.
Un disco più intimo, Bianconi non lo poteva fare, ed essendo da sempre schivo, liquido, a tratti ectoplasmico, nel senso di fantasma, questa sua messa a nudo sembra riguardare tutti quelli che seguono un percorso interiore. Francesco cerca il bene, capito? Non diciamolo a nessuno, ma è così, e chi l’avrebbe mai detto dal tipo diventato famoso a parlare di furti all’Esselunga, MDMA e morte? I primi retaggi dell’età dell’innocenza sono del tutto cancellati da Forever, mentre la morte è sempre presente, specie nella seconda canzone, L’abisso, che mi cadono gli aggettivi dalla bocca nel descriverne la bellezza, e quando dice “Racconto bene gli uomini, conosco i loro demoni, ma non riesco a vivere coi miei”, sembra totalmente sincero. Lo pagano per fingere, e lui evita l’abisso per paura d’incontrarlo. Legittimo.
“Questa stagione di niente con i fascisti in città”, canta in Andante, insieme a Rufus Wainwright, incredibilmente ben inserito in un contesto multilingua, mentre ci illustra il 2020 come pochi altri hanno saputo fare. L’altra anima dei Blonde Redhead, Kazu Makino, duetta con Francesco in Go!, e di nuovo voliamo via da questo presente al canto di “Give me back my future, give me back my past”. Hindi Zahra, attrice e cantante marocchina, canta una specie di litania, Faika Llil Wnhar, e io che non capisco il testo, riesco a sentirlo lo stesso, capiterà di sicuro anche a voi. In Zuma Beach torna da solo, e lo fa in una canzone che mischia il sentimento d’amore e quello sociale, per una sindrome d’Ofelia che sa di rinascita nella luce, in qualche modo. L’ultimo ospite è Eleanor Friedberger dei The Fiery Furnaces, con cui canta The Strenght in inglese, una pausa per la mente affamate di parole, che arrivano puntuali e deflagrano in Certi uomini, un pezzo à la Fossati, che se ne fotte della metrica quando parla dei colleghi: “Certi cantanti ucciderebbero per apparire in un programma in televisione, dove i discografici morti della Warner, della Universal e della Sony poi gli pubblicano la canzone”. Wow, era dai tempi del primo album de I Cani che non si andava giù così duri parlando del posto di lavoro, eppure non è neanche quello il punto.
Francesco Bianconi si scopre animale, come già fece Battiato nella canzone omonima: “Io che son venuto dalla fica e so che lì voglio tornare”, per tutta una serie di buoni motivi che canta facendomi di nuovo commuovere. “Perché io vivo perché ho voglia di morire”, canta di nuovo. Che disco, e non è ancora finito. Assassino dilettante è il penultimo pezzo, barocco e destrutturato nel narrare la storia del protagonista, maldestro nel crescere come nel pianificare. Forever è una chiosa affidata agli strumenti, malinconica ma aperta al futuro che non contiene certezza alcuna, un po’ il motivo che lega tutto il disco, che lega quest’anno assurdo e le nostre vite che ci sembrano intrappolate dentro. Chapeau.
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La recensione Forever di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-10-16 00:11:00
COMMENTI (3)
Mah secondo me nei testi chabbiamo perso parecchio moh tra poco farà na canzone dove nomina zorzi e la d'urso.
Perfettamente d’accordo con ogni parola. È un album da camera...quello che fu Fleur per Battiato. Ed è meraviglioso questo suo scorprirsi, mettersi a nudo. Mi ha consolato in lockdown e ora mi dà speranza in questo tempo buio e confuso.
fico