Le curve del buio è il titolo del primo lavoro solista (se si esclude una parentesi americana con lo pseudonimo di Fishdump) di Matteo Carmignani, architetto, scrittore e musicista toscano con diverse esperienze musicali alle spalle, risalenti specialmente agli anni Novanta.
Carmignani è un cantautore passionale e appassionato, le sue canzoni riflettono la sua cultura musicale ma non trascendono del tutto da quella accademica: in effetti, basta dare un ascolto sommario a brani come Il tempo che non ho e Quel che rimane per cogliere quanta attenzione ci sia verso la struttura-canzone e nella scrittura dei testi. Quello del cantautore toscano è un pop-rock sofisticato, figlio di un' attitudine tipicamente anni Ottanta-Novanta ma decisamente maturo, espressivamente moderno in ogni sua componente. Carmignani ha una voce eccezionale, che ricorda parecchio quella del Francesco Renga dei Timoria, meno sanremese e decisamente potente ed evocativa. Il disco si compone di undici brani profondi, ricchi di sfumature e di sonorità costruite e ricercate, che se ne vanno a spasso su sentieri di rock nostrano delicato e decisamente pregiato, con la voce che è sempre pronta ad aprirsi e a dare lo slancio emozionale ai brani. Come fare a non apprezzare le dinamiche post grunge di Acrobazie ? In effetti sembra proprio che nelle ballad il cantautore di Vinci riesca a dare il meglio di sè (si ascolti anche Le dimensioni del giorno).
Le curve del buio è un disco di chiaroscuri musicali affascinanti, arricchito da una scrittura che ci fa assaporare il verso poetico e il talento vocale di un musicista vero, sofisticato, perfezionista.
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