Bonetti è una storia famigliare. Congiunti e congiunzioni astrali
Quando ascolti una canzone di Bonetti oppure quando partecipi (forse andrebbe coniugato al passato questo verbo ma, almeno al momento, non ne abbiamo ancora voglia) a un suo concerto la prima sensazione che ti sale addosso e ti accarezza la testa è la familiarità. Bonetti potrebbe essere benissimo tuo fratello o anche tuo cugino che, magari non vedi da un sacco di tempo ma con cui, da piccolo, hai passato le estati, trascorse tra una corsa in bici, una partita a Street Fighter II e una serata a vedere un film dell'horror. Sono sensazioni abbastanza rare nella musica pop italiana che, se da un lato vuole raccontare il quotidiano, troppe volte pone fra sé e, appunto, il reale un diaframma che allontana tutto. E invece Bonetti no; in pezzi come "Non Ci Conosciamo Più" il cantautore torinese si mostra per quel che è: un ragazzo romantico, una persona dolce, un essere umano che con la chitarra tenta di avverare i propri e, magari, pure i nostri di sogni. Come fare a non volergli bene?
Ecco, esatto, proprio così. Il senso di famiglia, chiaramente non tradizionale (e ora che abbiamo pure un Papa dalla nostra parte possiamo gridarlo con più forza e con il sorriso sulle labbra) si allarga e abbraccia tutta Milano, una Milano un po' assonnata, un po' trasognata, vissuta alle volte da turista alle volte da "nuovo cittadino". Ascoltando canzoni, adorabili pezzi pop come "Carnevale" abbiamo provato emozioni simili alla lettura del, bellissimo, "Vivere mille vite" di Lorenzo Fantoni. Non a caso il volume, pubblicato da Effequ reca il sottotitolo "Storia famigliare dei videogiochi": perché, anche in questo caso è di famiglia che si parla, sempre in senso lato.
E quindi noi, va detto spaesati come tutti di questi periodi, ce ne andiamo (poco e il giusto) per Milano con il disco di Bonetti nelle orecchie (produzione certosina, bravoni!) e il libro di Fantoni nello zaino: loro sono diventati nostri amici, loro sono diventati anche un po' nostri parenti. La prossima volta che i tempi lo permetteranno li invitiamo a fare un giro in bici al Parco Trotter.
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La recensione Qui di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-10-27 00:00:00
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