Deadburger Factory: La chiamata
La chiamata è il titolo del ritorno in grande stile della Deadburger Factory, l'ensemble più folle e caotica del nostro panorama underground. A sette anni di distanza dal cofanetto La fisica delle nuvole, escono queste sette tracce di rock sperimentale, senza archi e con pochissimi momenti acustici; ci sono invece i sax demoniaci, le chitarre graffianti e le batterie (sì, avete capito bene, non una ma ben due batterie in ogni singolo brano). D'altronde basta dare un'occhiata al cast che compone questo disco che, tra i maestri delle percussioni, vede la presenza di personaggini mica da poco: tra gli altri troviamo Zeno De Rossi (Guano Padano), Cristiano Calcagnile (Cristina Donà), Bruno Dorella (OvO e Bachi da Pietra), Simone Vassallo (Clap Clap) e Marco Zaninello (Appaloosa). In mezzo alle decine di protagonisti di questo piccolo capolavoro orchestrale e post-psichedelico troviamo le finezze dei fiati di Enrico Gabrielli e il sax di Edoardo Marraffa, accompagnati dal contrabbasso di Silva Bolognesi.
Finite le presentazioni, veniamo al disco.
L'attitudine è di quelle che non si sentivano da un bel po', un approccio decisamente punk ma essenzialmente moderno, abbastanza in linea con le nuove proposte internazionali. A questo si affianca una straordinaria creatività a livello di composizione, che va dalla psichedelia alla musica tribale, dal rock alternativo degli anni Novanta a influenze che vengono direttamente dall'ultimo decennio. Dopo aver assorbito l'urto sonoro di "Honoda Hiroo" si entra in un mondo di concretezza sonora davvero sensazionale; in questo senso uno dei brani-capolavoro del disco è proprio la title-track "La Chiamata": dentro ci sono i CCCP, gli Afterhours ma anche e sopratutto un sax che sembra uscito da Blackstar di David Bowie nelle sue divagazioni più irrequiete e nevrotiche; inoltre, il riff di chitarra si accompagna al ripetitivo Vieni Mangia Puzza Cresci... e crea un mood rabbioso e gasante (se non avete ancora ascoltato il nuovo Ultra Mono degli Idles, mettetelo su e ascoltate il brano "Reigns" per trovare tutti i punti di collegamento a livello di sound e approccio). Tra le altre perle, "Tamburo sei pazzo" vede la presenza di Alfio Antico a fare la sua comparsa apocalittica e dialettale (Sona Tamburo sona/li morti vannu a travagghiari/Sona Tamburo sona/li vecchi tornanu picciriddi) seguita da una danza tribale e sciamanica in grado di evocare il mito e la terra, con una tensione emotiva e carismatica degna del miglior Pierpaolo Capovilla.
La chiamata è un disco che fugge da qualsiasi identikit, un capolavoro di suoni e immagini oscure, danzanti, psichedeliche e impregnate di riti evocativi; una chiamata alle armi per spiriti forti e arrabbiati, una preghiera alle tenebre con una visione fraterna del buio e del ritmo, scandito da mille tamburi, sostenuto da mille piedi che pestano la terra, avvolto tra mille pensieri che evadono dalla realtà. La Deadburger Factory confeziona uno dei dischi migliori di questo fottuto 2020.
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La recensione La chiamata di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-11-20 00:00:00
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