Confusione ed incertezza annegate in r&b moderno e di classe
Un respiro e poi un silenzio, prima dell’immersione. Così comincia Apnea, l’EP di Bais in cui tanti elementi ed influenze si diluiscono: un disco acquatico – come lo definisce lo stesso autore – che scorre fluido per una ventina di minuti tra cori e falsetti, nuotando tra stati d’animo vari e facilmente riscontrabili nella giornata di ognuno. E raccontarli, nonostante l’apparenza, non è cosa semplice, se lo si vuole fare in maniera originale. Soprattutto con un concept fuggevole, come quello dell’acqua.
Canzoni rilassate con ritmi dilatati e arrangiate tra elettronica e R&B acustico, con quel gusto soul che da noi ha solo Venerus e altrove ha Mac DeMarco. Le melodie sono pop puro, messo a danzare su accordi in minore che si trasformano in maggiori, come il momento in cui tiriamo la testa fuori dall’acqua, per prendere fiato e tornare giù. Giù Ad immergerci in testi con l’acqua a ricorrere e confondere, a sfumare i contorni, impedendo di vedere chiaramente ciò che accade, come il momento storico a cui il disco appartiene, fatto di confusione e incertezza perpetua, raccontata senza pesantezze ma attraverso immagini quotidiane e leggere.
L'acqua è dovunque: quella del naviglio milanese citato in Vudù, quella del fiume della terra natìa di Bais, Bassano Del Grappa, quella sporca e piena di Alghe – in cui comunque tuffarsi insieme a Tatum Rush, che collabora alla traccia, e a Jacques Cousteau, oceanografo citato nel testo.
Chitarre acustiche e fiati anni ’60 navigano su un groove tondo e pieno e fanno splendere le parti vocali, un clash melodico tra Verdena e Battisti, con una citazione di Mina (Le mille bolle blu) a coronare una celebrazione dell’animo incerto, stagliato tra le pieghe di canzoni ben scritte e capaci di rendere leggere le pesantezze che ci portiamo dentro, ma che questo album, proprio come l’acqua, riesce a purificare.
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La recensione APNEA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-10-28 20:26:00
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