Sette brani di muscoloso alt-rock che restituiscono una visione acida del quotidiano. Buona musica su un impianto concettuale che ricorda Chuck Palahniuk.
Attivi da più di un lustro sulla scena rock emergente, i Madison Spencer Band cristallizzano una visione del mondo acida e che non lascia spazio a sentimentalismi edulclorati, in linea con l'ispirazione per il nome di questo progetto, che arriva direttamente dalle righe concepite da Chuck Palahniuk. Questo stranissimo 2020 si presenta come l'occasione ideale per presentare il nuovo album, concepito agli sgoccioli del vecchio decennio, autoprodotto ed eponimamente intitolato.
Sette tracce (con una cover davvero peculiare) che suonano alt-rock senza delineare perimetri artistici troppo netti: ritmiche ossessive, saliscendi emozionali ed incursioni vagamente electro sono il pregio dell'esperienza d'ascolto, sostenuta in modo convinto da una bella performance vocale ed un versante sonoro di sicuro impatto. Nel lotto di brani, brillano di luce propria “What you gonna do”, “Turning point” e “Monster”, che ha un sapore di fine anni '90 veramente gustoso. Il prodotto discografico è coerente con la visione del presente che ha la band: un focus sul quotidiano e sulle strutture della società e della vita rappresentano l'apparato ideologico che muove i testi, pesanti al punto giusto senza per questo zavorrare le composizioni. A coronare il tutto, una cover di un brano che non ha bisogno di presentazioni: “Nothing compares 2 U” di Prince veste un taglio sartoriale lontano dagli standard, che segue una moda tutta sua.
Madison Spencer Band dimostra di saperci fare ed avere ben chiaro la materia-musica che approccia in questo elaborato: non si palesano scivoloni clamorosi, lecito quindi attendersi ulteriori sviluppi di questo percorso creativo.
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La recensione Madison Spencer di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-11-09 01:11:28
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