Il primo singolo di Marcho’s, “Ossessione/Mal di testa”, mi aveva entusiasmato. Ora arriva l’album. Buono, ma un po’ deludente. Rimangono i punti forti di Marco Mossuto e Alberto Cozzi: un’elettronica giocattolosa e stralunata capace di essere cantabile e danzereccia, come una marcetta cubofuturista uscita da un film a pupazzi animati di Croda (ricordate? L’immaginario paese dell’Est socialista dei Gemelli Ruggeri), e testi irriverentemente bambineschi. Ma si aggiunge a tratti una pesantezza centrosocialista (da “centro sociale”, eh) che suona irritantemente vecchia di almeno 10 anni, degna di quei giurassici dei 99 posse. Bleah.
Il brano iniziale, “Inizio/comizio”, con quel suo campionamento dal film “Paz”, ha in sé il bene e il male di questo disco: tastiere che prendono il meglio di Moby, una volontà creativa che si riallaccia al meglio del 77, ma si porta dietro anche tutta la sua pesantezza politichese, finendo per sembrare il Mangoni di “Supergiovane”, senza volerlo essere. La ghost track, che giochicchia sulla melodia di Louis Armstrong “We Have All the Time in the World” in versione da Luna Park (una coincidenza per il disco Macaco 007?) è invece piena di giocosa leggerezza. In mezzo, brani capaci di entrarvi nella testa e farvi ballare, come le nuove versioni dei pezzi del singolo, la trascinante, ironica e irriverente “Assistente sociale” e l’incredibile“Supermen (let’s go)”, psychogarage alla Fuzztones con inserti di elettronica aliena lo-fi alla Plan 9 di Ed Wood (il regista, non il gruppo), con basso bellissimo, di quel garage ancora memore del be bop. Piacerebbe ai John Woo, questo immaginario sonoro alla Abastor, fanzine che se vi siete persi finora vuol dire che non avete vissuto a pieno (su web, www.abastor.tk). Bella anche l’idea di “###Giorni”, midtime danzereccio sulla mancanza d’amore, cui una voce cartoanimatesca leva tutta la stucchevolezza implicita nel tema e dona autoironica leggerezza. Brutta “Sbattiti”, che parte bene, tastiere alla Air, ma poi se ne va con un testo da esortazione politica, lenta da sembrare otto i suoi quattro minuti. Notevole invece “Bene!”: Jovanotti più Liquido remixati da Andy Warhol (!!).
Giudizio positivo, ma non tanto quanto avrebbe potuto essere. Preoccupano quei passaggi comizieschi, che si accentuano tremendamente dal vivo. Sono vecchi, vecchi, vecchi. E i Marcho’s invece sarebbero così nuovi e divertenti.
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La recensione ...ed ovviamente il tempo passa… di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-12-09 00:00:00
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