Certo che gli Altare Thotemico da Bologna tutto sono tranne che una band apri&gusta. Nel senso che dopo aver ascoltato, in lungo e in largo, il loro nuovo disco, "Selfie Ergo Sum", appare evidente come il dono della linearità e asciuttezza non sia proprio nelle loro corde. Già perché il complesso progressive messo in campo in pezzi quali "Luce Bianca" è sempre molto barocco, ricco di sovrastrutture e di scelte in sede di arrangiamento certamente ardite ma che non vanno mai verso una semplificazione delle cose. Questo non è un male eh intendiamoci, ma solo una caratteristica, una forte caratteristica che emerge con evidenza totale lungo tutto l'album.
Un album che, a parte questo "marchio di fabbrica" è ben suonato anche se, a volte, i testi paiono davvero essere troppo verbosi per essere davvero fruibili a un pubblico di larga scala. Tuttavia va anche considerato come la band bolognese, giunta oggi al suo terzo disco, appaia perfettamente affiatata e siamo certi che ascoltarli dal vivo, "stretti" assieme sul palco, darebbe un sapore diverso a tutta l'operazione.
Un'operazione che, lo vogliamo ribadire ancora una volta, non ci è dispiaciuta, pur tra luci e ombre. Luci che però, proprio come nel pezzo "Madre Terra", per noi di gran lunga il migliore, rischiarano fortemente tutt'intorno.
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