Un album-fiume per un cantautore di sicuro talento
In un'epoca in cui, sempre più, i dischi sono pensati per essere il quanto più possibile "apri&gusta", quindi taglienti, immediati e, va detto, un poco troppo epidermici, ben vengano, ogni tanto, delle eccezioni. Eccezione come è questo "2Q20" di David Zulli che s'impone all'attenzione generale per due ordini di ragioni. Il primo motivo è, giustappunto, la sua alterità a una certa scena, anzi andazzo, che nel corso degli ultimi cinque, forse dieci anni si è ormai imposto come canonico (anche) nella nostra musica. Il secondo motivo, più profondo e importante in senso generale, è la cura dei testi. Infatti, prendendo come esempio una canzone quale "Naufragio", occorre dire come Zulli non si sia certamente risparmiato nel cesellare liriche che risultino al tempo stesso banali e sufficientemente pop per, non diciamo essere canticchiate sotto la doccia, ma quantomeno imparate a memoria.
Ecco allora che in un album denso, molto denso, forse fin troppo denso (infatti il cantautore milanese ma romano d'adozione non si è certamente risparmiato qui) Zulli ci mostra quanto sia bravo a creare piccole storie dentro le canzoni. Canzoni che sono tutte quante di impostazione lo-fi, con qualche piccolo guizzo negli arrangiamenti che fa certamente piacere.
Proprio partendo da questi "guizzi" ci sentiamo di dare un consiglio a Zulli. Posto che la "materia sonica" è di prima qualità, ci piacerebbe poter ascoltare in un prossimo/immediato futuro qualche orchestrazione ancora più radicale per le sue tracce. Ne gioverebbe l'intera impalcatura., ne siamo certi.
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La recensione 2Q20 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-01-01 08:22:22
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