Strani davvero, a volte, i demo che arrivano in zona recensione. Quello dei Sostrato, da Treviso, appartiene almeno in parte a questa categoria. Inizia con un pezzo di musica classica (senza che se ne veda scopo o necessità fra l'altro; se non quello, un po' troppo ingenuo, di disorientare l'ascoltatore). Continua con un pezzo in francese, L'usage, che richiama in alcune cadenze (perdonatemi la perversione mentale) la collaborazione di Amanda Lear con i CCCP (è vero che manca una sezione ritmica che martella e la chitarra è fin troppo "melodicizzante", però il cantato e quell'atmosfera decadente: "L'usage du cabinet est interdit pendant l'arret du train en gare", non so…). Il "disco" si va poi come stabilizzando (il livello, anche dei testi, resta comunque medio-alto). I 3 pezzi che seguono, cantati in italiano, subiscono una forte influenza dei conterranei Estra. Rara, la prima canzone, è se vogliamo troppo trattenuta alla briglia dal cliché "italian new wave". Migliori risultano gli altri due episodi, dove il passo è dolente (I guai che mi dai) e malconcio (Mando giù). Poi lo scarto in avanti. La vera chicca di questo demo cd: le tracce dalla 6 alla 11. 5 prese dirette (la #2 è davvero molto bella). "registrazioni estemporanee e perlopiù improvvisate"... sono un qualcosa che non ti aspetti (o forse sì, ma non hai il coraggio di chiederti). Note a grappoli di grande carica e impatto. E' qui che i Sostrato danno il meglio di sé. E' dentro questo tremendamente serio divertissement che va cercata la spinta (e il potenziale di fuoco) del gruppo trevigiano. Davvero non ci si crede quasi. E allora vai a vedere nelle note stampa e scopri che i Sostrato suonano insieme da 5 anni, dal 1993 senza cambi di formazione, e quindi che certe libertà se le possono anche permettere. Qualcosa in bilico tra Pavement, Steve Albini e Jon Spencer Blues Explosion (e per questa voglio la ricompensa). Capisci che è così che sono sul serio i Sostrato. 4 ragazzi che suonano, magari chiusi in un garage, affossati e sfuocati dalle micidiali nebbie venete, senza assurdi complessi d'inferiorità (che la provincia è uguale in tutto l'impero). Segno ormai che la lezione della lontana e disturbata provincia americana ormai è stata pienamente assimilata anche da noi, provinciali di sempre. Non possiamo che rallegrarcene.
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La recensione Sostrato di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1998-12-26 00:00:00
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