"New Focus": tra sonorità jazz e world music, un viaggio nel cuore della Sicilia di Stefania Patanè
Quando si è destinati ad attraversare un paesaggio desolato, in assenza di punti di riferimento, nel grande vuoto circostante, il trascorrere dell’esistenza è ancora una misura apprezzabile? Quando la terra di un vulcano in eruzione, da ammasso lavico, si trasforma in terreno fertile adatto alla vita, il fuoco è ancora un elemento distruttivo? Nel suo primo lavoro da cantautrice ed arrangiatrice, la catanese Stefania Patanè ci conduce alle pendici dell’Etna, rivelando la natura mitologica di un vulcano divino, nel cui grembo si genera la vita per un tempo ciclico. Secondo antiche credenze il popolo etneo sosteneva che la forza demolitrice del vulcano, in verità, fosse principio di cambiamento, non di rovina. “New focus” prende vita da lontani miti popolari, nella volontà di celebrare il fuoco dell’esistenza dentro ogni mutamento. Dal punto di vista del sound, i dieci brani del disco percorrono melodie mediterranee, fondendosi con sonorità afro, in un incrocio di influenze jazz e world.
“Combimbi” si lega alla magia dell’infanzia e all’incanto del sentirsi ancora bambini, cullati dai ricordi di un tempo fatato. Passando dalla lingua inglese all’italiano, con incursioni nel siciliano, il songwriting del pezzo si carica di notevole forza simbolica; i suoni, in moto ascensionale, evaporano nello spazio come pulviscolo e fluttuano assieme alle oscillazioni del canto. “Stiddaluci”, stella di luce, si rivolge alle donne che hanno smarrito la strada, prigioniere di forti sofferenze, pronte a ripartire alla vista di un sogno. Il racconto di una tragedia familiare, in un paesino del profondo sud nel secondo dopoguerra, dà voce alla perdita di una madre e alla forza del suo amore tenace (“Cuntala”). Con “Mission” si torna alla vita; i ritmi risaltano e le sonorità del pezzo, che fanno il giro del mondo alla ricerca di musicalità lontane, attraversano l’Africa, il Brasile, New York catturando gioia, movimento, esplosione creativa. La stessa che riscontriamo nei flauti andini, nel sax soprano e nel violoncello di Javier Girotto e Kyungumi Lee, ospiti in “Chiddu ca nun viri”. Soggiogati dal mistero del cosmo, che genera grazia e luce in ogni cosa, ci smarriamo nel flusso jazz di “Grace and light” e nella dolcissima serenata popolare di “Nicuzza Duci”. L’album giunge all’epilogo con “Mamma Lucia” e con il jazz waltz di “What I feel”.
“New Focus” è un concentrato di energia che condensa lapilli sonori in un flusso organico di composizioni raffinate ed eleganti. È la forza di un vulcano attivo che annuncia il disastro per poi immergerci in un ascetismo purificatore dai suoni ispirati e magici.
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La recensione NEW FOCUS di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-11-30 12:13:53
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