"Scarlatto", nuovo disco del prolifico Alberto Nemo vive di contraddizioni e benché questo aspetto possa essere affascinante non sempre è un bene. Infatti riconoscendo il grande talento dell'artista veneto nel modulare la propria voce, in questo "Scarlatto" abbiamo davvero fatto fatica, in qualche occasione, a comprendere la direzione del disco. Infatti se da un lato abbiamo "Ai confini del sole", che grazie all'arrangiamento quasi industrial, si incastra alla perfezione con la voce di Alberto Nemo, abbiamo subito dopo "(Fiumi di) di Parole", la canzone dei Jalisse che, senza voglia di fare polemica, abbiamo trovato distantissima dal mondo del cantante di Venezia.
A questo giro, al quarantunesimo disco di Alberto Nemo, sì avete letto bene, abbiamo ormai finito di comprendere quale sia l'area giusta per lui. Nemo dà il meglio di sé quando è alle prese con canzoni pesanti e barocche, che potrebbero schiacciare di responsabilità un artista improvvisato oppure alle proprie armi ma che invece sono il vestito ideale per il veneziano. Al contrario, quando le cose sono più semplici e immediate, le soluzioni stilistiche di Nemo rispondono in modo molto meno positivo o, ancora meglio, meno in sintonia con il nostro gusto. La musica è, al tempo stesso, materia semplice e complessa: nel primo caso Nemo non è il migliore dei maestri possibili, nel secondo può tranquillamente salire in cattedra.
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