L'era del cinghiale bianco sembra ancora più lontana. I Gino Fastidio, camice bianco, naso finto ed occhialini alla Groucho, si presentano con un cd-r giallo dall'aspetto improponibilmente kitsch. All'interno venti minuti risicati di brevi schegge demenziali dalla registrazione casalinga tra il punk e la prima pubertà. Più che un demo, un insieme di schizzi su cui lavorare, e molto sodo.
Ora, non si può negare che ci siano momenti degni di un approfondimento ("A Chi Se Lo Merita", "Lo Sai", "W Gli USA"), e non si può neanche buttare del tutto via l'estetica lo-fi (mi sento buono), le melodie scarne ma già orecchiabili, una certa voglia di sperimentare. Tuttavia questo disco rimane ancora improponibile, una variante pop e convenzionale degli Sguazzons.
Ancora acerbi o già scaduti?
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La recensione L'Era Dello Sporco Digitale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-01-23 00:00:00
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