"Brave New Worlds" è un album assolutamente fuori dal tempo. Già perché se uno ascolta mezza canzone che passa per la radio oppure da una rapida occhiata alle classifiche internazionali, si accorge che il rock progressivo venato di elettronica messo in piedi da Fabio Armani, Andrea Fenili e Luciano Masala sia proprio qualcosa di diverso. Ecco, questo dato di fatto, ve lo confessiamo, ci ha subito mosso simpatia nei confronti di un lavoro che, seppur non privo di difetti, mostra dei lati molto interessanti. Partiamo dalle cose che funzionano. Per esempio una delle cose che funziona meglio è "From the Past", la terza traccia, un'ottima cavalcata in cui si coglie bene il senso del disco, ovvero la descrizione di un futuro, al tempo stesso, affascinante e preoccupante. Ecco in questo pezzo i tre riescono bene a trasmettere tutta la loro vena artistica, con anche arrangiamenti non fini a se stessi. Interessante poi "Another Sea", altro pezzo di bravura e in generale la sensazione che si ha è di grande consapevolezza nei propri mezzi.
Ma dicevamo che non tutto funziona giusto? Beh, una cosa che abbiamo apprezzato meno è il fatto che, pur rifuggendo dalle mode, alle volte il power-trio cada, ricada in certi cliché della musica progressive, come ad esempio certe orchestrazioni troppo barocche e un po' fine a se stesse. Ecco, probabilmente, con qualche piccola/grande ripulitura e un paio di canzoni in meno, sarebbe stato un disco molto più affilato e diretto. Tuttavia, nel complesso, il lavoro è buono e dimostra come, nonostante non sia più propriamente di moda, un po' come un fiume carsico, il progressive sia ancora in circolazione, potente e visionario come sempre.
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