Quello di Luframilia non è semplicemente un disco punk, e per questo non riesce mai ad esserlo fino in fondo. Anche quando incide una traccia punk non siamo di fronte al lavoro di un classico power trio che al concerto non smette un secondo di spingere sull'acceleratore e di farti pogare dall'inizio alla fine.
Ci sono traccie che a buon diritto sono da segnare come punk, e per certi versi lo sono. Resisto e non combatto o Caos ripropongono le stesse sonorità e lo stesso mood (forse anche gli stessi attacchi di chitarra) della golden age del punk rock in Italia. Ma Luframilia non si limita a questo.
Vi sono tantissimi altri brani che si discostano completamente dal sentiero battuto delle distorsioni e della batteria veloce andando ad abbracciare altri generi e scenari completamente differenti. Tracce come la title track Migliaia di frammenti di luce o, e solo per citarne alcune, Viaggio nel tempo suonano come delle ballate in stile cantautorale o indie dove la voce svolge un lavoro del tutto diverso da altri istanti del disco dove - una su tutte la già citata Resisto e non combatto – il cantato è una ripetizione ossessiva in pieno stile punk rock. E con la voce cambiano anche totalmente gli scenari strumentali, che virano verso l'acustico e il pizzicato.
Nel complesso è un disco punk sui generis, che convince di più quando dal punk si allontana, abbracciando altre sonorità, entro le quali Luframilia si muove con più disinvoltura e sembra sentirsi più a suo agio.
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