Disconosco le vicende artistiche, e non solo quelle, che hanno portato i Soul Mio a questo disco, ma è fuor di dubbio che il quartetto di adozione milanese meriterebbe consensi più ampi di quelli finora ricevuti. La formula proposta in questo album non è distante dalle sonorità bristoliane, ma se in Italia un gruppo mediocre come i Dr. Livingstone riesce a 'sfondare', non vedo perché la formazione licenziata dalla Fridge debba avere così pochi spazi. Il problema è spesso che il music-biz non dice la verità, tanto che questo "Vertigini" potrebbe consolidare il suo successo se avesse l'adeguata promozione sui vari media.
Naturalmente il discorso relativo ai canali di comunicazione prescinde da quello artistico, perché le 16 tracce del lavoro vivono di vita propria, o quasi, nel senso che le sonorità a cui sopra accennavamo sembrano essere un deciso punto di riferimento. L'uso dei loop e dei campionamenti richiama non poco il sound dei Portishead, a differenza che i Soul Mio sono meno 'rallentati' e la voce di Imma Costanzo non brilla di luce riflessa. Ci avrà poi messo la mano Cesare Malfatti, membro dei La Crus, affinché il risultato finale fosse quasi perfetto.
E in fondo il disco scorre su un canovaccio ben distinguibile, ma la produzione nel suo complesso si arricchisce di sfumature (quelli che tecnicamente vengono chiamati 'campioni' e, nel caso specifico, 'chitarre trattate'). I brani più interessanti sembrano Lassame sta accussì, Chello che vvuò, Nun ce stà e Shoe-shine, tutti caratterizzati da un groove notturno e decisamente accattivante.
L'unica pecca è che il disco sarebbe dovuto durare qualche minuto in meno, accorgimento che forse avrebbe fatto maturare un giudizio eccellente; tuttavia un gruppo con tale cifra stilistica è da sostenere assolutamente perché (ri)lancia certe sonorità che nello Stivale hanno avuto sempre difficoltà a prendere quota.
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La recensione Vertigini di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-09-27 00:00:00
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