Non un album a cui dedicare ascolti distratti, ma un gioiello da approfondire e valorizzare
Nell’immaginario della mia infanzia, Mr. Bison è il personaggio corpulento in uniforme militare rossa del videogioco Street Fighter, caposaldo imprescindibile per una ciurma indistinta di frequentatori pre-adolescenti di sale giochi, armati di monete da cinquecento lire, devozione e dedizione. È probabile che il riferimento culturale e generazionale sia lo stesso anche per questa band toscana dall’appeal internazionale, giunta con “Seaward” al terzo album in studio.
Riferimenti culturali si diceva, come le innumerevoli connessioni musicali che legano il trio ad artisti del passato e del presente: ascolti fruttuosi che hanno generato nuove sperimentazioni e infiniti percorsi possibili, strade da attraversare sulle tracce dei giganti imparando a forgiare la propria impronta rendendola sempre più riconoscibile.
“Seaward” è quindi tante cose insieme: suoni distorti, chitarre graffianti ma anche tecnica e melodia, in una ricerca musicale costante ed articolata che mescola elementi stoner, rock alternative, psichedelia e progressive in un calderone ricco e pieno di sorprese.
È un concept album ispirato alla leggenda delle sette perle del Mar Tirreno, ma anche un viaggio sonoro diretto e profondo, capace di parlare lingue diverse senza risultare mai confuso.
“Seaward” è in sostanza un disco capace di aprire prospettive, di mostrare risorse inattese, di sprigionare energia. Non un album a cui dedicare ascolti distratti, ma un gioiello da approfondire e valorizzare.
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La recensione Seaward di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-01-18 20:58:03
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