Canio Loguercio, Napoli e la Basilicata, le radici e le ali. Il cantante (performer e architetto, tanto per chiudere il cerchio) di origine lucane, adottato in gioventù da una Napoli dalle braccia accoglienti, torna su disco con un album che racchiude passato e presente. Cinque i pezzi nuovi, quattro le cover, più una ulteriore versione di “Luntano ammore”. “Ci stiamo preparando al meglio” è un titolo benaugurante e ottimista, che il fottutissimo Covid c’entri qualcosa, in fondo, è solo un particolare, la stessa title-track (nella quale troviamo, alla voce, Andrea Satta dei Têtes de Bois) è un inno alla gioia, scritto per scacciare i fantasmi, per esorcizzare il dolore, per ridare colore a un cielo grigio piombo. Un manifesto programmatico che si sviluppa attraverso canzoni in chiaroscuro, prese per mano da una voce scartavetrata (il paragone con l’ultimo Leonard Cohen non è per nulla azzardato) che saltella tra elettronica gentile, certezze acustiche, tra una tromba vivace e una orgogliosa napoletanità.
Che Loguercio ci sappia fare è risaputo, un Premio Tenco (messo in bacheca quattro anni or sono) non si conquista per caso, e anche il suo nuovo lavoro segue una strada non troppo dissimile da quella seguita nelle precedenti produzioni, diviso com’è tra appelli alla musica popolare, cantautorato, accenni etnici. Senza un canone preciso, insomma. La stessa scelta delle cover è spiazzante: ecco Donatella Moretti con la sua “Quando vedrete il mio caro amore”, anno domini 1963, “Incontro” di Francesco Guccini (forse il brano più zoppicante del lotto, ma spesso il Maestrone è irraggiungibile…), una “Core ‘ngrato” attraversata da caldi brividi elettronici e il maestoso mash-up di “Mia cara madre”, ovvero “Lacrime napulitane” presa in mezzo tra richiami arabi, inserti bandistici e un Canio Loguercio padrone della situazione, dalla vocalità generosa, appassionata e profonda. Un Canio Loguercio in forma, ecco. Che si sta preparando al meglio.
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