Collettività la cui impostazione è finalizzata a permettere l'incontro di tensioni creative ed idee eterogenee. È da questo principio che Alessandro Denni avvia, nel 2017, l'approccio terapeutico alla musica la cui risultante è “Brodo”, un disco nato nel quartiere berlinese di Wedding e proprio per tale motivo firmato nel segno de Il Wedding Kollektiv.
Cinque canzoni che sono vita, femminilità e molteplici stratificazioni di senso cotte a fuoco lento e maturate in circa tre anni: l'unico genere che probabilmente potrebbe sintetizzare l'ascolto proposto è il non-genere, per un dogma artistico che è free nel senso più squisito del termine. Recitazione che si alterna al cantato, ed incursioni strumentali che progressivamente fanno accrescere la curiosità con un unico pensiero: “ed ora cosa succederà?”. L'esperienza, quindi, si rivela vincente e magnetica nel carisma del mistero: da Berlino a Roma, il capitano Denni guida un nugolo di menti vulcaniche per un disco d'esordio che sorprende per l'uso concretizzato di elementi musicali noti.
Non c'è nulla da rifondare, quando si può restituire innovazione con significativi accorgimenti: sembra proprio essere questa la lezione di cui Il Wedding Kollektiv si rende foriero. Di sicuro un progetto che merita ulteriori sviluppi, alimentandosi di incontri e interazioni; a suo modo, quindi, specchio dell'intera umanità, in un periodo di certo non facile.
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