Arianna ha 18 anni, come il titolo del suo secondo EP. Dieci esatti meno di chi sta scrivendo questa recensione, molti meno della maggioranza degli artisti mainstream, quelli che negli anni hanno cercato di aggiornarsi, essere up-to-date, cool (e altri boriosi inglesismi) per inseguire le ultime tendenze, per piacere a quella generazione di cui Ariete fa parte. Poi, lei è spuntata dal taschino di Bomba Dischi e ci ha mostrato con l’EP d’esordio Spazio un modo diverso e concreto di scrivere canzoni, anche solo voce e chitarra, senza cercare un modo per incontrare i gusti dei ragazzi, perché di quella generazione Ariete è già parte, parla la loro lingua.
Immaginate 18 anni come il secondo capitolo di questa storia: quelle canzoni semplici e senza sovrastrutture, che rispecchiano l’età dell’autrice con totale sincerità e senza forzature, adesso si mettono un vestito migliore, aggiungendo a quello scheletro acustico nuovi suoni, senza sminuirne il nucleo. Il risultato è a metà tra fisiologica ribellione teen (Il manifesto 18 anni) e ricerca sonora attenta e non paracula, romanticismo disilluso (Mille Guerre) misto a spontaneità che inizia a diventare mestiere (Freddo, pensata per diventare una hit, ma meno genuina del solito).
Alla chitarra acustica si affianca qualche elettrica, i beat minimalisti lasciano il passo a ritmiche più serrate restando comunque nell’umore sognante da cameretta. La chiusa del minialbum, Venerdì, ci riporta a quella ragazzina che scrive canzoni con la chitarra nella sua stanza. La cosa più interessante è proprio la reazione dei coetanei di Ariete, che hanno adottato lei e altri giovanissimi come Gli Psicologi nel ruolo di consiglieri e confidenti, affidandosi alle sue canzoni che non sentono la mancanza di produzioni barocche con cui giocare a nascondino, salvandone l’essenza e la loro commovente onestà.
I due EP sono ora affiancati anche in un 33 giri che rimane come documento della genesi di un talento in crescita costante, mantenendo anche in questo secondo EP il fuoco sulla musica e le parole, semplicemente: le canzoni. Parlando onestamente ai propri coetanei e disarmando chi i 18 anni li ha passati da un po’.
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