Quando abbiamo finito di ascoltare, a più riprese, l'omonimo nuovo disco di MiddleAgeMusic ci è venuto spontaneo definire la sua musica come "una new-wave in chiave funebre e mortifera". Ci siamo molto interrogati se usare o meno questa definizione in sede di recensione: infatti temevamo potesse essere equivocato e intesa come un dato negativo. Alla fine, come state leggendo, l'abbiamo utilizzata perché è proprio tale la ragione d'essere, almeno per noi come ascoltatori e recensori, del disco in questione. Un album profondo e denso come tombe, per citare Baudelaire, che ci ha proiettato in un mondo oscuro e totalmente privo di luce, nel quale Roberto Carioni è stato il più perfetto dei Caronti.
In un pezzo come "Violet", di gran lunga il nostro preferito si coglie bene il senso dell'operazione. Siamo infatti di fronte a una new-wave fatta di atmosfere rarefatte e di cieli "pesanti", sotto ai quali ogni speranza è bandita e non è rimasto altro che rimuginare sui propri errori e per forza di cose virata in tinte dark. Certamente se volete iniziare l'anno nuovo con brio e slancio non è che sia l'ascolto migliore questo, tuttavia, ve lo assicuriamo, l'esecuzione è ottima e la personalità bella evidente. Menzione d'onore anche per "M.R.O.", la traccia che chiude il disco: la deriva quasi psichedelica ci è molto piaciuta.
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