Arrivano dalla Genova di Fabrizio De André "Le Astronavi", il progetto del rapper e cantautore Gianmaria Rocchi, che non ha paura delle emo-zioni: voce, contro-voce e pochi altri suoni, un po' lo-fi, per un sottofondo scuro e minimale che emerge in solitudine strumentale ne "Il Rito di Chud", prendendo ispirazione dal romanzo "It" di Stephen King già nel titolo dell'album e nella sua prima ambientazione: la città di "Barren". Ma non mancano spunti da "La storia infinita" e "Stand by me", insomma "tutte avventure di ragazzi soli contro il mondo, spesso in pericolo ma mai arresi": il disco infatti è un viaggio narrativo dall'infanzia all'età adulta, in cui sembra di sentire qualche affinità elettro-pop con gli inizi de I Cani di Niccolò Contessa.
Tramite le dieci canzoni scorrono la visione de "La casa" in fiamme, la faccia "emo" e adolescenziale di "Stai con me" e "Mostro", il lento screamo punk di "Formiche", la galoppata di parole in "Artax" (il cavallo di Atreiu ne "La storia infinita"), l'orecchiabile indie cantato di "Ostalghia" con il duo new wave/dream pop De Android e i ricordi altrettanto nostalgici di "Misfits", fino a "N.N.P.P.M.": davanti alla Ninna Nanna per Piccoli Mostri è difficile non pensare ad alcune metriche di Faber.
Il lavoro è frutto di diverse altre collaborazioni: la seconda voce di Stefano Giacomazzi dei SAAM in "Formiche", le chitarre di Raffaele Giacobino in "Rito di Chud" e "N.N.P.P.M.", dove ci sono anche i cori e la seconda voce di Serena Gargani degli Era Serenase. Inoltre il progetto ha una forte componente "visiva": ogni traccia è accompagnata da un disegno che la rappresenta, ad opera della videomaker Stefania Carbonara, che è parte integrante del progetto e ne cura grafica, video, artwork e visual durante i live.
Dal punto di vista dell'ascolto, comunque piacevole e interessante, si avverte forse una lieve necessità di maggiore sintesi della forma-canzone in alcuni brani come "Stai con me" e "Formiche". "La casa", "Ostalghia", "Misfits" e "N.N.P.P.M." sono quattro pezzi davvero tutti validi e meritevoli: guardare a queste tracce, o a un loro mix, potrebbe essere utile per decidere definitivamente quale direzione artistica seguire; la strada dell'orecchiabilità è sempre vincente e la vera sfida potrebbe essere proprio quella di cercare una nuova via più ritmata nel mondo dell'emo.
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