Canzoni acerbe ma un artista che può e deve fiorire: Riccardo Boffa realizza piccole cose di enorme importanza.
Un paio di validissimi colleghi hanno già recensito (e contestualmente, presentato nel dettaglio) chi è e cosa intende fare Riccardo Boffa. Quindi tagliamo con i convenevoli passando dritti al sodo: è il momento di dedicare attenzione e timpani a “Pascal”, primo (in ordine cronologico, suppongo) extended play autoprodotto dal cantautore che viene da Lambrate.
Sei tracce cantate in lingua nostrana compongono l'elaborato complessivo: l'amore dichiarato per i Beatles, ed in particolare per le figure di John Lennon e Ringo Starr, rappresenta il punto di lancio di una poetica espressiva che prende direzioni totalmente autonome ed originali. Cantautore che non si abbandona all'esercizio di stile annoiando con la solita, boriosa, ampollosità, ma un divertissement su sei episodi (insomma: una miniserie Netflix) che ci lascia respirare aria buona, caratterizzata da leggerezza e sincerità. Perché Riccardo Boffa non sta lì ad indossare maschere o proiettare immagini mistificate: questi brani sono lui ed il suo mondo, con tutte le imperfezioni e la voce magari un po' ovattata che è metafora delle vite imperfette con le quali tutti ci confrontiamo, ogni singolo giorno.
Un album trasparente, semplice, ma per niente banale: c'è molto di più dei ventidue anni registrati all'anagrafe. È una rara capacità quella di proporre qualcosa di così artigianale ma al tempo stesso carismatico: sfido chiunque ad ascoltare queste canzoni e pensare sia poco.
Ed anche se vi dovesse toccare tale pensiero, fatevi bastare “Pascal” e date tempo al nostro di crescere e fiorire.
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La recensione Pascal di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-01-16 00:37:34
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