L'aquilone è il titolo del disco numero quarantaquattro di Alberto Nemo, cantautore veneto tra i più prolifici di sempre nel panorama underground.
Tra letteratura e cover, Nemo negli ultimi due anni ha messo su un'enciclopedia musicale caratterizzata da uno stile unico, surreale, potremmo dire quasi sacrale. In questo nuovo lavoro sono presenti brani ancora una volta pescati dalle discografie più agli antipodi, da una versione praticamente spogliata de La Vedova Bianca degli Afterhours alla forma praticamente sussurrata e quasi liturgica di En E Xanax di Samuele Bersani. Come al solito sono presenti versioni di brani più recenti e ugualmente significativi: troviamo infatti una Certi Uomini tratta dall'ultimo lavoro di Francesco Bianconi, Forever, che suona abbastanza simile all'originale ma non ci trova affatto d'accordo con la modifica al testo (trasformare "fica" in "vita" distrugge praticamente l'intera poetica del brano). La conclusiva Felicità di Al Bano e Romina non potrebbe andarsi a configurare peggio in un disco che ormai siamo abituati ad ascoltare da diverso, troppo tempo. Lo stile di Nemo infatti, se inizialmente poteva apparire come qualcosa di originale, con la voce che spesso si lascia andare a degli assoli lamentosi a mo' di litanìa, dopo una quarantina di dischi in cui la formula si ripete pressoché identica, inizia francamente a rompere le scatole.
In sintesi, se fino a qualche mese fa il suo lavoro di ricerca e formulazione di questo nuovo canzoniere dai tratti oscuri poteva anche affascinare, arrivati ad un certo punto la continua ripetizione delle stesse atmosfere e delle stesse strutture musicali inizia a fare acqua praticamente da tutte le parti. L' Aquilone è un disco di Alberto Nemo esattamente come tutti gli altri, senza particolari novità e senza più l'aura di novità che lo circondava nei lavori precedenti.
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