Il bootleg di un ricordo meraviglioso conferma la bontà del progetto di Cappadonia, ormai da un lustro impegnato col suo rock d'autore.
Probabilmente la più grande fascinazione che ci restituisce la musica è quel continuo senso di ritorno, quelle connessioni che, talvolta, superano anche il presente e le sue limitazioni. Torno a parlare, su queste pagine digitali, di Cappadonia a quasi cinque anni di distanza dalla prima volta; l'occasione è celebrativa, perché si ricorda e si glorifica quello che non c'è più, sia esso in forma definitiva (come un club che chiude i battenti) o con l'auspicio del presto ritorno (i concerti dal vivo). Tutto questo, racchiuso nell'album “Live all'Ohibò” pubblicato per Brutture Moderne.
Dodici tracce dell'ex sodale degli Stella Maris che si pongono in linea di continuità con la più recente release in studio, dal titolo “Corpo minore”: Cappadonia è stato fra i pochi artisti italiani ad aver, almeno in parte, promosso mediante i concerti il suo disco in uscita, e questi brani sono il bootleg ufficiale di un ricordo meraviglioso, una delle poche possibilità di far vivere e respirare le canzoni. Realizzato bene (e suonato ancora meglio), l'esperienza d'ascolto si rivela tecnicamente valida, ma colpisce in misura maggiore per le emozioni ed un certo bagaglio di vissuto che riemerge, quello che da più di un anno viene negato agli appassionati di musica dal vivo da questa pandemia e tutte le sue conseguenze.
Il rock dell'artista di stanza a Bologna è psichedelico senza esagerazioni, raffinato nella sua ponderazione ed aperto a molteplici sfaccettature del suono. Di certo non lo scopriamo oggi, e si continua ad apprezzarlo perché coerente nella linea evolutiva intrapresa, ormai, da un abbondante lustro.
Il dato che mi porta a riflettere è la quantità di dischi live che ho recensito da marzo 2020, in rapporto a quanti me ne sono passati tra le mani nel periodo precedente: non ne sono certamente pochi, ed il “Live all'Ohibò” rientra tra quelli belli da (ri)ascoltare. I concerti sono una terribile mancanza, gli album che riproducono le versioni dal vivo, un disperato grido d'aiuto che non può passare in sordina.
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La recensione Live all'Ohibò di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-02-09 16:29:34
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