Per affrontare la recensione su "The End From The Beginning - Part Two" di Pip Carter non si può non citare un dato di fatto: ovvero questa seconda parte è intimamente connessa con la prima, di cui ci siamo occupati qui. Infatti ci siamo lungamente interrogati se affrontare i due lavori di Claudio Luppi in sede separata o unica e poi alla fine ci siamo decisi per due recensioni con medesimi intenti. Ovvero le atmosfere, anche i suoni ma soprattutto la filosofia che permea questo "The End From The Beginning - Part Two" sono quelli rintracciabili nel primo, con forse una dose di malinconia un pelino maggiore.
Basta ascoltare un pezzo, anzi un pezzone come "Hot Dog Heaven" per capire quanto abbiamo affermato poc'anzi. Ovvero un disco nel quale un artista esperto e scafato torna un po' alle origini, a quando, poco dopo le scuole medie, ci si mette a suonare prima da soli in cameretta e poi con gli amici nei garage o nelle cantine. Questa gioia primordiale e questo istinto naturale di fare e condividere musica è il tratto caratteristico del lavoro di Luppi. Fatto questo che non solo non possiamo assolutamente ignorare ma che ci ha riempito, per ben due istante, di genuina gioia.
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