Tornano i Vellutata sincronica. Della formazione originale è rimasto il leader Marzio Veno, per di più affiancato solo dal batterista Blanchard. Nuovo lavoro scarno, per questa band neoglam e neodark, dal vivo, e non facile da analizzare, perché emergono alcuni tratti tecnici sconfortanti: voce stonata in certi passaggi e scoordinamento tra chitarra e batteria. Altro punto dolente, i testi: oscuri, tardosimbolisti ed ermetici, difficili da seguire perché (volutamente) sgrammaticati, con in più inversioni e sconvolgimenti continui dell'ordine delle parole: il regno dell'anastrofe e dell'iperbato. Riescono perfettamente a trasmettere l'idea di una mente sconvolta. Ma a farsi seguire e capire, no. In più, la metrica è incerta, e i testi paiono appiccati alle melodie a prescindere da esse: si cerca una diversa articolazione dell'italiano, ma siamo lontano anni luce dall'obbiettivo. Peccato, perché - pur trattandosi di un mini assolutamente acerbo - qualcosa di positivo ci sarebbe. C'è più originalità rispetto all'esordio, tanto che in alcuni momenti parrebbe di ascoltare una versione dark de Le Vibrazioni o dei Lombroso, detto come complimento, per la capacità di coniugare tradizione italiana e gotica. Niente più che un'istantanea sfocata e in movimento, questo cd. Idee carine, come la melodia di "Sfigùrati", o il giro di accordi iniziale di "Nove suoni piegati", sono inutili, data la pochezza tecnica. Insomma, bisogna imparare a suonare e cantare sul serio. Lavorare, su!
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La recensione Stelle vellutate E.P.-live session di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-01-13 00:00:00
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