Primitive Mule Mister Sister 2021 - Rock, Alternativo

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Primitive Mule: Mister Sister

La ricerca dell'identità e l'accettazione sociale di essa, come sappiamo, oggi è un tema centrale per molti, soprattutto per coloro che non si vedono riconosciuta (ancora, nel 2021, sì esatto) una certa maniera di stare al mondo, un certo modo di essere, un diritto di esistere per come si è, che dovrebbe appartenere a tutti nello stesso momento in cui si mette la testa fuori nel mondo canaglia in cui ci siamo ritrovati a vivere tutti insieme. Mai come negli ultimi tempi, le rivendicazioni gender e quelle antirazziste (ad esempio il movimento Black Lives Matter) hanno bisogno di essere messe al centro dell'attenzione sociale, in conseguenza di politiche nazionali sempre più scellerate e votate all'odio indistinto verso il prossimo. In questo stanno riuscendo benissimo band internazionali come Sault e Idles, artisti come Kae Tempest e la compianta musica di Sophie, solo per fare degli esempi.

Qui però vogliamo parlare di un disco, Mister Sister, che prova ad andare oltre il semplice concetto di rivendicazione identitaria. I milanesi Primitive Mule offrono un punto di vista che vuole superare  l'idea distintiva di categorizzazione, di etichettamento, mettendo in discussione lo stesso senso di appartenenza. L'essere umano non appartiene, l'essere umano è, esiste in infinite sfaccettature: " si può essere contemporaneamente uomo e donna, bianco e nero, bene e male. “Mister Sister” è un elogio all’identità mutevole, fatta di più dimensioni" scrive la band, e per questo motivo il disco vuole essere una successione di brani eclettici, estroversi, plurisonori.

Il loro è un album di nove pezzi che ha lo scopo principale di veicolare un determinato messaggio, quello sì, unico e ben definito. Per farlo scelgono di utilizzare la musica più rivoluzionaria e bella della storia della musica: il rock'n roll, utilizzandolo ovviamente e come si conviene, in diverse sfaccettature. Si va quindi dall'hard rock sabbathiano di Tonight Is A Good Night al rock blues zeppeliniano di Frenzy Bomb, passando per il desert rock del singolone Man On The Street, con chiara impronta Queens of The Stone Age. Le trame psych-rockabilly si fanno irriverenza pura e femminista in Your Wife Rates Your Dick 2 Stars, pezzo totalmente strumentale che lascia rimarcare il concetto esclusivamente al titolo; ma il brano simbolo, in queso senso, è senza dubbio Burn My Fear, una devastante mina di quattro minuti in cui il rock torna ad essere protesta, messaggio, ribellione.

Mister Sister è una mazzata sui denti all'incredibile e nuovo bigottismo del ventunesimo secolo, raccoglie la spinta di un certo e attuale post punk inglese e lo rielabora in chiave hard rock con una matrice prettamente anni Settanta. I Primitive Mule non hanno in questo niente di originale, ma in questi giorni post-sanremesi potrebbero ricordare a qualcuno cosa vuol dire essere una rock band o, almeno, provare ad esserlo.

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La recensione Mister Sister di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-03-09 09:00:00

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