Nove composizioni strumentali morbide e avvolgenti, nate al pianoforte e arrangiate grazie al contributo di altri musicisti
La tragedia sanitaria, sociale ed economica che il mondo sta vivendo da oltre un anno ha modificato le nostre abitudini e i nostri stili di vita, e di conseguenza le nostre azioni. Una delle conseguenze non previste ma fortunatamente positive di questi stravolgimenti è nella produzione di moltissimi artisti; in tanti, alle prese con uno scenario inedito e con molto più tempo a disposizione per curare i propri lavori, hanno scelto di trasformare l’energia di questo periodo in forme espressive tangibili, traducendo stati d’animo e raccontando sensazioni.
E’ quello che deve essere capitato anche a Damiano Davide, compositore campano con un lungo curriculum alle spalle, che con “Mirror” ha deciso di cimentarsi nel suo primo album da solista. Il risultato è nelle nove composizioni strumentali morbide e avvolgenti, nate al pianoforte e arrangiate grazie al contributo di altri musicisti. A partire dalle atmosfere rarefatte di “Canvas”, “Mirror” è pervaso da una malinconia intensa che trova dimensioni diverse: la vivace energia di “Plague”, le melodie di “Daphnia” e della title track, le trame sospese di “Entra’cte I” e della solenne “Entra’cte II”, la forza incisiva di “Fibonacci”, fino a “The Fall” che pare chiudere il cerchio.
Un lavoro preciso ed estremamente personale che pare essere un diario di bordo, funzionale alle necessità dell’artista ma capace di orientare anche gli ascoltatori.
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La recensione MIRROR di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-04-08 18:49:53
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