Impostazione concettuale robusta che apre ad un long play suonato bene e ponderato di originalità in fase di post-produzione. Moderno è una bella espressione di questo presente.
Il continuo barcamenarsi tra insegnamento e musica non è certamente una dinamica nuova nel mondo della discografia nostrana, quello che può fare un concreto distinguo è la forza del proprio messaggio, delle cose che si vogliono condividere con gli ascoltatori. Preambolo dovuto per presentare Federico Antonio Petitto, professore di filosofia che attraverso il nome d'arte Moderno approccia il quarto anno da solista pubblicando il suo primo disco, intitolato “Storia di un occidentale”.
Otto brani a comporre un ascolto pubblicato in totale autonomia: preso dalle impellenze dell'impiego, l'artista di Velletri ha comunque trovato tempo e modo per proporre le proprie canzoni, ed è un gran bene che sia andata così. Perché il concept di Moderno ruota attorno riflessioni sul quotidiano, ripensato e messo in discussione nei suoi microelementi fatti di persone e piccole vite, e centralizzazioni culturali dell'occidente da abbattere restituendo agli orientalismi un ruolo da protagonista troppo spesso rinnegato. Sul versante musicale, il cantautorato acustico trova complementazioni in un approccio integrativo: Moderno apre al post-rock, e struttura il suono con un nugolo di collaboratori che riescono a rendere il progetto riconoscibile ai timpani attraverso riconoscibilità ed equilibrio nella post-produzione.
C'è un forte impianto concettuale dietro questo album, dimostrazione che c'è urgenza comunicativa ed un registro di espressioni maturo ed in continua espansione: “Storia di un occidentale” si archivia come un long play di buona fattura che apre, necessariamente, la strada ad ulteriori pubblicazioni per questa realtà da continuare a far fiorire.
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La recensione STORIA DI UN OCCIDENTALE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-03-12 20:19:00
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