Se siete in cerca di suoni nuovi e atmosfere distanti dal rock, lasciate pur perdere la lettura di questa recensione. Rischiereste però di mancare una delle più belle sorprese che l’Italia dell’underground ci sta riservando da due anni a questa parte.
Potrebbero sembrare (e lo sono!) toni trionfalistici, ma gli Small Jackets si meritano tanto perché con soli due dischi all’attivo sono riusciti a conquistare il cuore di diversi appassionati di rock. Probabilmente partono avvantaggiati perché si avventurano in un campo - quello dell’hard-rock di scuola zeppeliniana giù giù fino a Hellacopters, passando per Guns ‘n’ Roses, Mc5, Black Crowes, Datsuns e mille altri - che in qualche modo non necessità di particolari sforzi per entrare nelle vene degli appassionati. Però è altrettanto vero che, nel genere, i tentativi di imitazione sono innumerevoli, e competere con i modelli è sempre una bella sfida. Eppure già lo sfavillante esordio “Play at high level” (la cui copertina comunicava da sola tutto il contenuto dell’opera!), ci mostrava una band ampiamente consapevole dei propri mezzi. Per cui sia il successivo lavoro che il palcoscenico avrebbero dovuto svelare il reale valore della band che avevamo di fronte. Ebbene, “Walking the boogie” (dove ancora una volta la copertina svela più di quanto possa l’immaginazione!) fa sì che il giudizio sui quattro ne esca rinforzato. Perché le 11 canzoni assemblate al suo interno dimostrano quanto questa band abbia saputo consolidare e affinare, nel giro di soli due anni, capacità compositive e cifra stilistica. Il paradosso è che siano riusciti nell’intento facendo, se possibile, un ulteriore passo indietro nella rilettura dei topoi, senza sembrare derivativi e ruffiani. Insomma, una coerenza assoluta ai modelli di cui sopra che lascia esterrefatti, risultando al tempo stesso credibile e travolgente come non si sentiva da anni. D’altronde la cinquina iniziale (l’ipotetica “A side”, di un vinile in picture-disc la cui versione è disponibile in un numero limitato di 500 copie) è un interminabile colpo al cuore. Si inizia con il giro di basso del rockettone di “My surprise” e si conclude con il pezzo che rappresenta probabilmente l’apice creativo dell’opera, “Maybe tomorrow”, dove gli Small Jackets sintetizzano la loro idea di rock, dimostrando che la buona musica possa vantare anche il marchio del “made in Romagna”. In mezzo, ovvero seconda in scaletta, quella “Forever night” in cui nei credits fanno capolino i nomi di Nick “Royale” Anderson e Robert “Strings” Dahlqvist, proprio quei due degli Hellacopters, che battezzano in via definitiva il progetto e dove Lu Silver rende il suo personale tributo a Robert Plant. In seguito meritano una citazione “Leave me alone”, altro classico rockettone che in 3’ svela un ipotetica jam tra Ray Manzarek e Jimmy Page, e la cavalcata di “Wintertime” che riecheggia tantissimo di Lynyrd Skynyrd. Si replica poi sulla distanza con “She don’t care”, ma qui siamo dalle parti degli Steppenwolf, e si chiude con l’acustica “Fantasma”, altro luogo comune rispettato.
Un viaggio che dura poco meno di un’ora ma che vi consigliamo caldamente di riprovare dal vivo, sempre che siano di vostro gradimento gilet di pelle e pantaloni rigorosamente attillati.
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La recensione Walking The Boogie di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-08-11 00:00:00
COMMENTI (17)
Vabbé i Dada Swing sono un esempio di gruppo 'originale' in italia, non certo per la tasterina casio (che tra l'altro non è casio). Era solo per rispondere a stivc
non siete un gruppo indie, perchè avete mandato il cd?
Ps se i dada swing sono originali perchè hanno la tastierina casio allora stiamo proprio messi bene...:=
Mi riferivo al discorso della tastierina Casio.. Se si tratta di forzata diversità, allora non posso che darti ragione. Ci sono gruppi invece che si sforzano a trovare strade nuove, pur inserendoci la tastierina Casio se serve. E c'è chi lo fa alla grande, mi vengono in mente i Dada Swing di Roma, ma il tentare una strada verso un'originalità (guarda bene che sono d'accordo sul fatto che è gia stato fatto tutto) è sempre apprezzabile. e quando questi tentativi portano a 'canzoni', allora quello secondo me è un gruppo originale. I small Jackets non li ho mai visti dal vivo, ascoltando il cd concludo che di originale non c'è niente. Se a loro va bene così allora fanno bene, niente da dire. Il discorso del gruppo dal vivo, visto che non ascolti il cd, è tutta un'altra faccenda.. Ci si deve basare principalmente sulla musica, poi sul resto. Quando uno sa suonare l'emozione live la provoca sempre, questo non c'entra con l'originalità. Ma non dirmi che la tenuta di palco, l'abbigliamento, che ne so, la voglia di suonare, sia sufficente di fare un ottimo gruppo di canzoni proprie. Se ci pensi, sei solo attratto dai tuoi canoni personali di 'figo'. E questa io la chiamo moda.
non è proprio così in che senso, scusa? Lo studio di registrazione? L'originalità? Le canzoni? Il fatto che dai sixties ci sia rimasto poco poco da inventare?
ìnsomma. Non è proprio così ma vabbé, passa..
Io, invece, non ho mai sentito dischi degli SJ. Preferisco vedere i gruppi dal vivo (sai, su disco è molto più semplice fare bella figura ed essere "originali". Soprattutto se originalità spesso significa "forzata diversità", tipo aggiungere una tastierina Casio suonata coi piedi o un banjo registrato dentro una cella frigorifera...), infatti ho visto suonare gli SJ 3 volte quest'anno. E, al di là della carica emotiva che esprimono, mi sembra siano capaci di scrivere "canzoni". Esatto, canzoni.Che, ripensandoci bene, è l'unica cosa che trovo "originale" nella musica rock attuale. Tutto il resto (tastierina Casio inclusa), che lo si voglia credere o meno, è già stato detto e scritto più o meno 40 anni fà.
certo che uno che come nick ha "maandateacagare" deve averne di stronzate da dire...
E bbravi! Dal vivo vi verrò a vedere sicuramente, e sono sicuro che avete un ottimo live. Comunque non credo che cambierò idea, se le canzoni son queste, parappapperotralallà.. Intanto apprezzo che mi avete risposto senza incazzarvi, fortunatamente non sono tutti i gruppi come gli Harem..
I migliori.
Tristezza per favore vai viaaaaaaaaa!
vi ho visto prima degli hellacopters e siete stati fantastici!