Probabilmente non leggerete di "Odd Times" su "Internazionale" o su "Il Venerdì di la Repubblica" (ma speriamo vivamente di sbagliarci!) eppure il lavoro di Terre Differenti al secolo Fabio Armani meriterebbe ben più di una copertina. Già perché ci troviamo davanti a un disco semplicemente sontuoso, una sorta di attestato di bravura nei confronti della difficilissima arte della composizione e orchestrazione musicale. Basta infatti ascoltare il primo pezzo, "At The Gates of Void" per comprendere quanto stiamo dicendo.
La prima traccia è, infatti, un vero e proprio caravanserraglio di suoni e strumenti, un mix sapiente e raffinato di musica etnica, atmosfere jazzy e tantissima elettronica, che Armani riesce a governare con tranquillità, donando all'ascoltare la possibilità di fare un viaggio comodamente dal salotto di casa sua. Il prosieguo del disco è, se possibile, ancora più interessanti, con picchi qualitativi che rispondono ai titoli di "Stalker" e "Darkrose", il nostro pezzo di gran lunga preferito.
Certamente questo non è un lavoro facile, che si possa ascoltare da distratti. Per questo, di tutto cuore, vi consigliamo di cimentarvi nell'attraversamento del disco di Terre Differenti quando avrete tempo e attenzione da "spendere". Fidatevi e non abbiate paura: il viaggio varrà il "prezzo" del biglietto.
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