Nel sito della band, Friedrich Lestat Namenlos (autore e sovrano assoluto della sua gotica armata delle tenebre) mette le mani avanti: le sue sono “composizioni pseudo musicali”. Se lo dice lui c’è da credergli. I brani di questo EP, infatti, anziché danzare sul sepolcro di Dio arrancano goffamente sulla tomba di un metal industriale casereccio. Praticamente l’involuzione del genere – già involuto di suo – propugnato dai Rammstein e dai Ministry, influenze dichiarate del trio.
“Gott Ist Tot”, ad esempio, sembra una parodia decadente di “Closer” dei Nine Inch Nails, e soffre di una maledetta – intesa come male di vivere – autoreferenzialità. Inoltre, la voce di Siren Obscene non riesce a trovare una propria dimensione in questo trionfo del dark, vagando senza forza né carattere tra liriche “post concettuali” (sempre secondo Lestat) e imbarazzanti banalità.
Perché la verità è che ci vuole Stile, anche quando si sparano cazzate. E ormai non è più tempo di vestirsi come Marilyn Manson e parlare come Baudelaire, ché la gente sta male e di fronte a certi slogan adolescenziali non fa altro che sbadigliare.
---
La recensione Danzando Sul Sepolcro Di Dio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-01-17 00:00:00
COMMENTI