Che un disco jazz strumentale nasca più dall’improvvisazione in sala che da una meticolosa fase compositiva, ce lo possiamo aspettare. Sentendo gli otto brani del primo lavoro degli Ananasnna, però, non si direbbe che siano figli di un esperimento piuttosto estremo dal punto di vista compositivo: cinque musicisti che non hanno mai suonato insieme, 48 ore di tempo, 24 per scrivere, 24 per registrare. Non si direbbe perché, salvo qualche eccezione, le 8 composizioni hanno un feeling musicale relativamente semplice e spesso molto fruibile, per melodie (Tu di là io DC Comics) e ritmi (Scatta il rosso). Merito anche di una formazione snella e robusta, poco incline a fronzoli e lungaggini perché già abbastanza intricata di per sé: due batterie, due sax che alternano riff all’unisono con duelli e sdoppiamenti di personalità; un basso elettrico, voce di linee semplici e massicce che sono il vero motore trainante di parecchi dei brani (Peso a valle, Il gran San Bernardo). Ma merito soprattutto di un gusto musicale che, accanto alle jam ostinate e alle dissonanze (Zerocalorie, Spariglio), infila pulp funkeggiante alla Calibro 35, rumbe da colonna sonora danzante anni ‘60 (l’irresistibile Scatta il rosso), shuffle blueseggianti (Arearitroso). Chiude il cerchio un immaginario leggero e surreale, con tanto di monicker tratto da Sio e titoli immaginifici come Tu di là io DC Comics, insomma un’idea di jazz lontana da quella barbosa degli stereotipi, un po’ come nell’universo degli Zu, ma con colori e riferimenti totalmente diversi. Resta da chiedersi se c’è un futuro per una formazione nata da un esperimento così estemporaneo, e se questi sono i risultati di 24 ore di scrittura, a noi forse verrebbe da sperare di sì.
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