Una discesa autoterapeutica nei meandri del proprio abisso interiore articolata su nove strumentali di ambient-drone ansiogeno e contaminato.
A suo modo già il titolo, preso da solo, è sufficiente a farci intuire quali siano state le reali intenzioni dell’autore: Canzoni Dell’Io Nudo risulta in tal senso piuttosto inequivocabile quanto a urgenza comunicativa e vis introspettiva. Lucio Leonardi (c’è lui dietro il progetto solista PLUHM) parte da una solitudine creativa, e forse esistenziale, per mettere a nudo la propria anima tormentata attraverso una successione di nove densissimi strumentali di natura ambient-drone – per altrettante discese nell’abisso interiore – i cui punti luce sono ridotti ai minimi termini, così da preservare al meglio la plumbea oppressione post-industriale del quadro generale.
È un po’ come se quella “voglia del nulla” di baudelairiana memoria trovasse qui fertile terreno di affermazione, grazie a una persistente carica ansiogena atmosfericamente ripartita tra i cinematici spettri sonori di un Jóhann Jóhannsson (Oblio Della Mente, Il Palazzo Del Rimpianto), il neoclassicismo elettronico di un Nils Frahm contaminato da tossine rumoristiche (Essenza Del Reale) e le visioni post-apocalittiche di un Gianluca Becuzzi (L’Io Nudo, L’Abisso).
Davvero notevole il ritorno del compositore siciliano, anche già soltanto per quel suo dichiarato intento autoterapeutico perseguito per vie tutt’altro che concilianti, a eccezione forse di quella faticosa risalita in superficie che chiude sommessamente il disco - alla stregua di un personalissimo “a riveder le stelle” - affrontata come liberatorio viatico verso una possibile, seppur fragilissima, serenità (Risalita).
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La recensione Canzoni dell'Io Nudo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-04-15 14:15:00
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