Il trio maceratese gioca in maniera intelligente con l’alternative rock italiano e radici soul/blues
Basta sentire i riff fuzzosi, l’intenzione vocale e la connessione intima ma non pedissequa con il rock anni ‘70 per situare il trio maceratese Hapnea nel mare magnum dell’alternative rock italiano dalle parti, per esempio, di Verdena o Bud Spencer Blues Explosion. Citiamo gli ultimi non a caso, perché gli Hapnea puntano molto su una forte connessione con le radici più black del loro suono, sicuramente quelle blues, ma con una distinta sfumatura soul. Una certa attitudine alla melodia, che emerge nettamente dalle linee vocali e dai passaggi di chitarra più morbidi, ma non si concretizza mai in richiami didascalici o citazionismo spicciolo; anzi, è interessante percepirne l’influsso anche negli arrangiamenti e nei timbri più classicamente alternative rock, dove diventa più che altro un valore aggiunto su trame sonore che altrimenti potrebbero stufare facilmente (vedi la title track).
Allora, più che allo stivale, per trovare qualche riferimento adeguato bisogna guardare oltreoceano, al Jack White solista o al Childish Gambino più elettrico, per rimanere nell’ultimo decennio. Non è un gioco semplice, ma gli Hapnea sembrano avere le carte in tavola per reggerlo, anche tenendosi in equilibrio tra una vocazione più internazionale e un imprinting chiaramente italiano, e grazie ad una produzione (a cura di Frankie Wah dei Little Pieces Of Marmalade) intelligente nel gestire l’elemento classico senza scadere nel vintage. Probabilmente si può mettere ancora più a fuoco e diversificare la formula della semi ballad con riffoni, comunque già abbastanza efficace in Panama e Moonlight Bar, e sgrezzare un po’ i testi, che non mancano di contenuti anche politici e di spunti di forma(Oh Marcelle, Ultraviolenza Baby), ma che non sono tutti allo stesso livello.
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La recensione Hangover & Love EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-03-11 23:54:03
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