Il compositore siciliano ci porta di nuovo nella sua Asia elettronica
Il 30 Aprile 1975, in seguito ad una lunga serie di sconfitte e abbandonato dagli alleati americani, l'esercito del Vietnam del Sud si arrende e consegna la propria capitale al generale Văn Tiến Dũng e ai suoi uomini – l'esercito del Vietnam del Nord. Questa ultima battaglia sancisce la fine di un conflitto armato durato quasi vent'anni e passa alla storia come la Caduta di Saigon.
Giuseppe Musmeci, in arte Willem Gator, ha sicuramente tratto ispirazione da questo evento per la stesura di questo EP. Non è una sorpresa però: già nel 2011, con il suo album Hong Kong Express, aveva infuso le proprie intricate composizioni elettroniche con sonorità provenienti dalla cultura musicale asiatica, rendendo Fragments Vol. 1, un lavoro facile da identificare come suo successore spirituale. Questo è vero solo in parte.
Sì, perché se è vero che le due opere condividono un vocabolario sonoro a tratti simile, è anche vero che le atmosfere che evocano sono molto diverse. Questo EP ha un carattere molto più tetro, scuro, notturno. Ascoltando la prima traccia, Fall of Saigon, non posso che immaginarmi che la caduta di Saigon sia avvenuta di notte, con i mezzi corazzati che scivolano per le strade della città illuminati da una luna timida.
Nel suo album del 2011, i flauti e strumenti pizzicati, finivano per perdersi un po', inseriti nel continuo turbinare degli altri elementi di una produzione musicale molto più orientata al movimento dell'ascoltatore. Oggi, a dieci anni di distanza, le corde hanno molto più spazio per respirare e vibrano in una desolazione a tratti distopica.
Nei suoi momenti migliori, Willem Gator riesce a conferire alle sue composizioni anche una proprietà onirica, smussando gli angoli del suono con una attenta produzione musicale e creando trame ipnotiche che però sarebbe forse valso la pena sviscerare più a fondo, come nel caso di Noodles Western.
Individuo in Korean Shaman Exorcist l'altro anello debole in quella che riterrei una raccolta altrimenti molto valida. Le atmosfere costruite minuziosamente nei passaggi precedenti del disco cadono sotto i colpi sordi di questa traccia dai tratti techno che con la sua aggressività finisce per stonare con le composizioni che la circondano. Questi sono però soltanto frammenti, piccoli tasselli di un mosaico che spero potremo ascoltare presto in una dimensione più ampia: un meritato full-length.
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La recensione Fragments Vol. 1 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-04-08 22:19:00
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