30 decibel di verità è il titolo del primo lavoro in studio dei Nova, band originaria della Repubblica di San Marino formatasi nel 2019 dalle ceneri di un progetto già esistente. Una delle differenze principali con il progetto precedente consiste nella scelta di cantare in italiano, tema che riapre la solita diatriba sulla funzionalità della nostra lingua in alcuni contesti sonori più spigolosi.
Ma passiamo a parlare di questo disco.
Si tratta di un debut album formato da sette brani che ruotano intorno ad un alternative rock di base che mescola svariate influenze, che vanno dal post-punk allo shoegaze, passando per qualche episodio più affine al mondo metallaro. Il primo singolo estratto, Cosmonauta, è sicuramente uno dei brani più "facili" da metabolizzare e più affine al panorama indie-rock nostrano, con una chitarra figlia degli Slowdive e una struttura del pezzo che prende una piega vagamente Fask dei primi periodi. Tuttavia, il sound inizia a percorrere una direzione diversa già da Cordelia, pezzo con collegamenti affini al mondo del metal e in particolare alla scena dark: un po' di confusione che scorre abbastanza velocemente per poi rimettere tutto sui binari principali, con i rimandi shoegaze della successiva Silenzio. Il registro sonoro dei Nova si rivela molto particolare, difficile da afferrare al primo ascolto, con momenti di pura schizofrenia sonora come quelli di Cirrosi Empatica, in cui i repentini cambi di tempo e gli incastri strutturali sembrano voler unire la ruvidezza sonora del post punk più moderno ai classici giochi di chitarra hard-rock. Quando poi la chiusura è affidata ad una ballad in stile Marta sui Tubi (Astri Egoisti), l'opera di disorientamento dell'ascoltatore è finalmente completa, lasciandoci in balìa di una coda strumentale che alimenta l'enigmatico flusso di suoni e influenze che caratterizza questo disco.
Nonostante tutto, però, 30 decibel di verità è un lavoro che si lascia apprezzare per gran parte del tempo. I Nova sono una realtà parecchio interessante e decisamente imprevedibile, con un futuro tutto da decifrare a livello stilistico. L'unica certezza è che non ci possiamo accontentare, urge riaprire i live club e sentire brani come questi in mezzo al sudore per (ri)vedere l'effetto che fanno.
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