Un pianista che crede nella terapia delle note e intona i brani a 432 Hz, frequenza di guarigione in sintonia con la terra
Tra il musicista e il suo pianoforte si crea una bolla trasparente che li protegge e li culla durante l'esecuzione. Così, ascoltando le note emesse dai tasti neri e bianchi in questo stato di simbiosi, si immagina una creatura unica che non può essere disturbata: le dita, le mani e le braccia legano indissolubilmente l'uomo allo strumento, l'uno diventa il prolungamento dell'altro. Non si sa esattamente dove cominci la figura umana e non si può dire con certezza dove finisca la coda del piano ma insieme danno corpo a una bellezza che resta inspiegabile, tanto concreta e reale perché fatta di carne, legno, sudore e tatto, quanto al contempo eterea e sfuggente perché fatta di suoni, "silenzi", sensazioni e visioni. In una performance come questa la musica, che potrebbe anche essere definita "la beatitudine del nulla" data la sua splendida consistenza inesistente, può spingere i pensieri a far riemergere "la voce che è in te" e "l'amore dentro", può condurre la mente ne "il sentiero luminoso" dello spirito e può riportare sulla retta via del sogno smarrito ("Follow your Dream") per imparare a volare. La sinfonia è la crêuza da seguire per trovare "la quiete nella tempesta", è "l'anamnesi" condotta da un enigmatico medico-filosofo, è la lampada di una luce invisibile attorno alla quale si riunisce una congregazione magico-esoterica.
A tutto questo ho pensato durante "The Lamp of Invisible Light" di Paolo Fanzaga, pianista lombardo e fondatore dell'Accademia Musicale di Treviglio, che omaggia J.S. Bach ("Preludio BWV 846") e che crede nella capacità terapeutica delle note: per questo l'intonazione dei suoi brani è 432 Hz, la frequenza della guarigione che permette di sintonizzarsi con la terra.
---
La recensione The Lamp of Invisible Light di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-04-23 00:00:00
COMMENTI