Dopo anni di gavetta, concorsi canori, live in locali e feste di piazza, arriva un momento in cui il talento canoro necessita di concretizzarsi in qualcosa di personale. Per Carola, pugliese classe ’96, il riassunto delle esperienze e delle influenze è Dimensioni, il suo primo EP.
Il disco nasce da un sodalizio, quello con il producer Klavier, e da una esperienza: dal 2019 i due salpano sulle navi da crociera, come entertainer professionisti, lavorando ai brani nuovi e provandoli allo stesso tempo con il pubblico internazionale. Da questi viaggi e questa esperienza nascono i brani di questo esordio.
La scrittura è piuttosto tradizionale, e non c’è niente di male in questo, ma i concetti, la scelta delle parole, sono ancorati al passato, sul filo tra normale e banale, per quanto comunque i pezzi siano molto ben costruiti. La produzione di Klavier riveste l’album di ottime intenzioni e veste le canzoni avvicinandole a quel pop elettronico che qualche anno fa avremmo trovato innovative, con arpeggiatori, drum machine e sintetizzatori.
Al centro c’è una voce molto bella e potente, seppur apparentemente troppo impostata e poco emozionale, ingabbiata nelle regole di un pop vocale convenzionale e che, nella smania di apparire e suonare cool, perde in emotività. Buco nero è il brano più forte, con le strofe dispari, il ritornello ipercantabile e un arrangiamento incalzante e coerente, mentre le altre sembrano “normali canzoni pop” – con tutta la dignità del caso – spinte un po’ forzatamente nell’elettronica.
Dimensioni è un EP di quattro tracce che, con i suoi difetti, comunque mostra un talento vocale e una idea di produzione che ha molto potenziale. Basterebbe soltanto uscire dai confini, dalle regole, per trovare dimensioni nuove, inedite, e ancora più stimolanti.
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